martedì 19 marzo 2024

pc 19 marzo - massimo sostegno alla posizione del fronte della Resistenza palestinese unita nei confronti della posizione capitolazionista e collaborazionista di ANP/Al Fatah

nei confronti della posizione capitolazionista e collaborazionista di ANP/Al Fatah

dichiarazione congiunta di Hamas, Jihad islamica palestinese, Fronte popolare per la liberazione della Palestina e Movimento di Iniziativa Nazionale palestinese:

“Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

Alla luce del decreto emesso dal Presidente dell’Autorità Palestinese, che nomina il dottor Mohammad Mustafa a formare un nuovo governo , le organizzazioni nazionali palestinesi affermano quanto segue:

1. La massima priorità nazionale ora è affrontare la barbara aggressione sionista, il genocidio e la guerra per fame condotta dall’occupazione contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, e affrontare i crimini dei suoi coloni in Cisgiordania e Al-Quds occupata, in particolare La Moschea di Al-Aqsa e i rischi significativi che la nostra causa nazionale deve affrontare, in prima linea il rischio continuo di sfollamento.

2. Prendere decisioni individuali e intraprendere passi formali e privi di sostanza, come la formazione di un nuovo governo senza consenso nazionale, rappresenta un rafforzamento della politica di unilateralismo e un approfondimento della divisione, in un momento storico in cui il nostro popolo e la causa nazionale hanno più bisogno di consenso e unità, nonché della formazione di una leadership nazionale unificata, che prepari elezioni libere e democratiche con la partecipazione di tutte le componenti del popolo palestinese.

3. Questi passi indicano la profondità della crisi all’interno della leadership dell’Autorità [palestinese], il suo distacco dalla realtà e il divario significativo tra essa e il nostro popolo, le sue preoccupazioni e aspirazioni, il che è confermato dalle opinioni del vasto maggioranza dei nostri cittadini che hanno espresso la loro perdita di fiducia in queste politiche e orientamenti.

4. È diritto del nostro popolo mettere in discussione l’utilità di sostituire un governo con un altro e un primo ministro con un altro, provenienti dallo stesso ambiente politico e partigiano.

Alla luce dell’insistenza dell’Autorità Palestinese nel continuare la politica dell’unilateralismo, e ignorando tutti gli sforzi nazionali per unire il fronte palestinese e unirsi di fronte all’aggressione contro il nostro popolo, esprimiamo il nostro rifiuto della continuazione di questo approccio che ha danneggiato e continua a danneggiare il nostro popolo e la nostra causa nazionale.

Chiediamo al nostro popolo e alle sue forze viventi di alzare la voce e di affrontare questa follia con il presente e il futuro della nostra causa e con gli interessi, i diritti e i diritti nazionali del nostro popolo. Chiediamo inoltre a tutte le forze e fazioni nazionali, in particolare ai fratelli del movimento Fatah, di intraprendere azioni serie ed efficaci per raggiungere un consenso sulla gestione di questa fase storica e cruciale, in un modo che serva la nostra causa nazionale e soddisfi le aspirazioni del nostro popolo a estrarre i loro diritti legittimi, liberare la loro terra e i luoghi santi e stabilire il loro stato indipendente con piena sovranità e la sua capitale come Al-Quds”.

Movimento di resistenza islamica – Hamas

Movimento della Jihad islamica

Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina

Movimento di Iniziativa Nazionale Palestinese

pc 19 marzo - Il governo Meloni vuole militarizzare le università contro le proteste


di Valeria Casolaro da L’Indipendente

Dopo la cacciata del direttore del quotidiano La Repubblica, Maurizio Molinari, da parte degli studenti dell’Università di Napoli, che hanno voluto impedire un suo convegno accusandolo di essere complice del genocidio israeliano su Gaza, nel governo Meloni si levano le voci di chi vorrebbe usare l’occasione per imporre un giro di vite repressivo anche all’interno degli atenei. Il ministro dell’Interno Piantedosi avrebbe infatti elaborato un piano che prevede accessi “limitati e controllati” agli atenei e di porre le forze dell’ordine all’ingresso delle aule dove si tengono convegni e appuntamenti per bloccare le contestazioni. L’indiscrezione segue le durissime dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura, nonché cognato di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida, che ha dichiarato nientemeno che un «eccesso di tolleranza» verso le contestazioni potrebbe portare a rischi terroristici nel Paese.

Non prendere provvedimenti contro episodi come quello di Napoli, ha infatti dichiarato Lollobrigida, «in passato ha poi portato al terrorismo e al suo rafforzamento fino all’episodio di Aldo Moro, che, con il suo sacrificio, creò un allarme democratico talmente ampio che ci permise di sconfiggere quel fenomeno brutale che è l’eversione». Nonostante l’accostamento tra gli eventi sembri a dir poco fantasioso, il Viminale starebbe già correndo ai ripari. A scatenare la preoccupazione del governo sarebbero infatti una serie di incontri che dovrebbero tenersi nelle Università italiane nei prossimi giorni e che potrebbero essere fortemente contestati dal “fronte pro Palestina” e contro Israele. Per tale motivo, secondo le indiscrezioni rese pubbliche dal Corriere della Sera, il governo starebbe ipotizzando misure di sicurezza più stringenti sugli ingressi nelle aule dove si dovranno svolgere gli incontri, che da ora in poi potrebbero anche essere posti sotto la lente dei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura, oltre che dei Questori e dei tavoli tecnici relativi. Dato il carattere non prevedibile di tali tipi di proteste, poi, potrebbe essere aumentata la sorveglianza prima dei convegni, ipotesi che preannuncia la presenza di contingenti delle forze dell’ordine a presidiare le aule. Dal canto suo, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha frenato l’ipotesi avanzata dal Viminale, ma ha convocato un incontro con i rettori per il prossimo giovedì, per concordare con loro le modalità di repressione delle proteste.

Se le misure dovessero essere messe in pratica, ci si ritroverebbe di fronte all’ennesimo tentativo di questo governo di banalizzare le proteste e le rivendicazioni sociali. Il “fronte pro Palestina” diventa così un’etichetta che trasforma in un mero problema di ordine pubblico una battaglia sociale dalla forte dimensione politica, che chiede la fine dell’aggressione militare israeliana nella Striscia di Gaza (che ha causato la morte di oltre 30 mila civili, la maggior parte dei quali donne e bambini) e del supporto italiano e occidentale a Israele. E ad aderire a questa richiesta non sono solamente gli studenti: sono oltre 1300 gli accademici che hanno sottoscritto una lettera indirizzata al ministero degli Affari Esteri, nella quale si chiede un completo stop agli accordi di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica in vigore con Israele. Un documento che segue quello siglato da quasi 5 mila docenti universitari che, per le stesse ragioni, chiedevano già a novembre scorso il boicottaggio di Israele.

da osservatorio sulla repressione

pc 19 marzo - Turchia - sciopero della fame dei prigionieri politici Tipo F - info proveniente dai compagni turchi

Hunger strike by prisoners in Tekirdağ F Type Prison No 1

TKP-ML and MLKP prisoners in Tekirdağ F Type Prison No 1 went on a hunger strike in support of the hunger strike by PKK prisoners against the isolation in İmralı Island and violations of rights in prisons since November.

TKP-ML and MLKP prisoners in Tekirdağ F Prison No 1 organised a 3-day hunger strike to support the hunger strike of PKK prisoners and against the deepening violations of rights in prisons.

According to the information we received through the families of the prisoners, Murat Deniz, Yaşar Eriş, Bülent Kapar, Ahmet Doğan, Ümit Emrah Köse, Ercan Görtas, Özgür Dinçer went on a 3-day hunger strike on 12,13,14 March.

In the message they sent, the prisoners said, "We went on this hunger strike in solidarity with the hunger strike that has been going on since November and against the increasing violations of rights in prisons."

Source: https://ozgurgelecek51.net/tekirdag-1-nolu-f-tipi-hapishanesindeki-tutsaklardan-aclik-grevi/

pc 19 marzo - Sbirri torturatori nel carcere di Foggia


Arrestati 10 agenti penitenziari

Dieci agenti di polizia penitenziaria sono stati arrestati con l’accusa di tortura, abuso d’ufficio e abuso di autorità su due detenuti nel carcere di Foggia

Due detenuti sarebbero stati pestati l’11 agosto 2023 nel carcere di Foggia. Dopo le percosse, secondo quanto emerso dalle indagini della Procura, gli agenti arrestati avrebbero predisposto e sottoscritto atti

lunedì 18 marzo 2024

pc 18 marzo - Taranto manifestazione sabato 23 marzo ore 18 Piazza immacolata

IsraeleCriminale/PalestinaImmortale

cessate il fuoco - fermare massacri e genocidio - delegazione internazionale/contingente internazionalista alla Corte di Giustizia dell'Aja e nei territori occupati

via le truppe imperialiste italiane dal Mar Rosso / dalla parte dei ribelli Huthi

la Puglia non è zona di guerra NO al G7 nella nostra terra

info/contatti/adesioni wa 3519575628

pc 18 marzo - Il Soccorso Rosso Internazionale cosa fu e cosa dovrà tornare al essere

 

Il Soccorso rosso internazionale, noto anche con la sigla MOPR dalla denominazione originale (in russo Международная организация помощи борцам революции?, "Soccorso rosso internazionale per i combattenti della rivoluzione"), fu un'organizzazione internazionale connessa all'Internazionale Comunista fondata nel 1922 L'organizzazione condusse alcune campagne di solidarietà sociale a sostegno dei prigionieri comunisti e di supporto materiale ed umanitario in situazioni particolari. Fu guidata da Clara Zetkin, Elena Stasova e Tina Modotti

Il Soccorso Rosso Internazionale dichiarò il 18 marzo 1923 nell'anniversario della Comune di Parigi  'Giornata Internazionale di solidarietà con i prigionieri politici'

Elenco delle emanazioni nazionali

Al 1924, l'organizzazione aveva emanazioni nazionali in 19 stati. Fra di esse si annoveravano:[1][5][7][8][9]

  • Austria: Soccorso rosso austriaco (Österreichische Rote Hilfe)
  • Gran Bretagna: Soccorso internazionale per i prigionieri della lotta di classe
  • Bulgaria: Organizzazione per il supporto alle vittime della dittatura capitalista
  • Francia: Soccorso rosso internazionale (Secours Rouge International)
  • Germania: Soccorso rosso della Germania (Rote Hilfe Deutschlands)
  • Italia: Soccorso Rosso Italiano
  • Messico: Lega per il sostegno ai combattenti perseguitati (Liga Pro Luchadores Perseguidos)
  • Paesi Bassi: Soccorso rosso d'Olanda (Roode Hulp Holland)
  • Norvegia: Soccorso rosso di Norvegia (Norges Roede Hjelp)
  • Polonia: Commissione per il sostegno ai prigionieri politici
  • URSS: Soccorso rosso internazionali per i combattenti della rivoluzione (Международная организация помощи борцам революции)
  • Spagna: Soccorso rosso internazionale (Socorro Rojo Internacional)
  • Svezia: Soccorso rosso internazionale - sezione svedese (Internationella röda hjälpen – svenska sektionen)
  • USA: Difesa internazionale del lavoro (International Labor Defense)


pc 18 marzo - Palermo - Contro il reclutamento alla guerra imperialista di studenti, studentesse e giovani

Contro il “Forum Internazionale per la Pace, la Sicurezza e la Prosperità” 

organizzato a Palermo dal 17 al 20 marzo 2024, rivolto principalmente a studenti e studentesse delle scuole superiori e dell’università, che ha in programma tante e variegate manifestazioni che hanno come oggetto la guerra ma che sono coperte dal nome accattivante di “pace”.

L’uso di nomi “accattivanti”, “neutrali” è ormai la norma: i paesi imperialisti con a capo gli Stati Uniti (sempre affiancati dall’imperialismo italiano) hanno chiamato le guerre “missioni di pace”, “operazioni di polizia internazionale”, “guerra umanitaria”! “Libertà duratura” (Enduring freedom)…

A smentire le loro parole sono gli stessi organizzatori del Forum quando dichiarano che mirano a coinvolgere “rappresentanti del sistema giudiziario, dell'ordine pubblico e della professione delle armi” che vogliono esplorare “in modo collaborativo il ruolo delle forze armate, delle istituzioni dell'ordine pubblico e della giustizia nel creare le basi per una fiorente comunità globale basata sulla pace e sulla prosperità”.

Altro che “pace e prosperità”! questa iniziativa si inserisce in un contesto che già vede studenti

pc 18 marzo - La Brigata Aosta si addestra alla repressione delle proteste - Lo Stato borghese e il governo Meloni si preparano al G7 di Puglia?

Immagini davvero inquietanti quelle diffuse dall’ufficio stampa dello Stato maggiore dell’Esercito italiano. I militari del 62° Reggimento fanteria “Sicilia” della Brigata “Aosta” che si addestrano sulle “tecniche di controllo della folla”, simulando l’attacco armato contro un gruppo di manifestanti.

di Antonio Mazzeo

E’ accaduto nei giorni scorsi nel poligono militare di Piazza Armerina (EN) dove il Reggimento siciliano si è “familiarizzato con le tecniche di Crowd and Riot Control (letteralmente controllo antisommossa della folla, nda)”.

“L’attività, strutturata in lezioni teoriche e pratiche, ha consentito al personale delle compagnie del reggimento di acquisire le conoscenze di base relative alle tecniche e alle procedure da adottare in caso di disordini, di situazioni di pericolo e di minaccia per l’ordine pubblico, con lo scopo di potenziare ulteriormente la capacità di intervento antisommossa anche a supporto delle forze dell’ordine, al fianco delle quali l’Esercito spesso lavora, come, ad esempio, l’operazione “Strade Sicure””, spiega lo Stato Maggiore dell’Esercito. “Il modulo addestrativo si è concluso con una esercitazione finale a partiti contrapposti che ha consentito di testare le tecniche acquisite e la capacità di reazione in contesti di “Crowd and Riot Control””.

Ecco ancora una prova, purtroppo, della crescente e pericolosissima presenza delle forze armate sul fronte interno in funzione di controllo dell’ordine pubblico e repressione di ogni forma del dissenso.

Va altresì segnalato come proprio presso il 62° Reggimento fanteria “Sicilia” di Catania sono stati attivati da un paio di anni percorsi PCTO (la famigerata alternanza scuola-lavoro-caserma) per gli studenti siciliani delle scuole secondarie. Gli allievi vengono impiegati nelle “riparazioni di apparati telecomunicazioni e veicoli, nella gestione di magazzini e depositi; nella manutenzione del verde e nella gestione del servizio cucina e distribuzione vitto”. (Fonte: La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia. Manifestolibri).

 

 

pc 18 marzo - 18 marzo 1971/2024 - 153° anniversario della Comune di Parigi - La lotta per il potere operaio è più attuale che mai

domani martedì 19 marzo aORE 12 Controinformazione Rossoperaia - speciale Comune di Parigi

pc 18 marzo - In Ucraina uccisi 33 mercenari italiani. Silenzio da parte del governo. L'imperialismo italiano oggi ha i suoi mercenari sul campo, domani.....le sue truppe in linea con le posizioni di Francia e Germania

di Federico Rucco

Il ministero della Difesa Russo in un rapporto reso noto dalla agenzia Tass, ha aggiornato la contabilità dei mercenari stranieri che combattono insieme con le truppe di Kiev e che sono rimasti uccisi nel conflitto in Ucraina.

Secondo questo rapporto le forze armate russe hanno ucciso 5 .962 mercenari stranieri sui 13.287 arrivati in Ucraina.

Di questi 90 risultano essere italiani e 33 di essi sono stati uccisi. Ma su questo non si registrano

pc 18 marzo - GOVERNO MELONI, AVANZA IL FRONTE DELLA GUERRA INTERNA: La Brigata Aosta si addestra alla repressione delle proteste

da Osservatorio

Immagini davvero inquietanti quelle diffuse dall’ufficio stampa dello Stato maggiore dell’Esercito italiano. I militari del 62° Reggimento fanteria “Sicilia” della Brigata “Aosta” che si addestrano sulle “tecniche di controllo della folla”, simulando l’attacco armato contro un gruppo di manifestanti.

di Antonio Mazzeo

E’ accaduto nei giorni scorsi nel poligono militare di Piazza Armerina (EN) dove il Reggimento siciliano si è “familiarizzato con le tecniche di Crowd and Riot Control (letteralmente controllo antisommossa della folla, nda)”.

“L’attività, strutturata in lezioni teoriche e pratiche, ha consentito al personale delle compagnie del reggimento di acquisire le conoscenze di base relative alle tecniche e alle procedure da adottare in caso di disordini, di situazioni di pericolo e di minaccia per l’ordine pubblico, con lo scopo di potenziare ulteriormente la capacità di intervento antisommossa anche a supporto delle forze dell’ordine, al fianco delle quali l’Esercito spesso lavora,

pc 18 marzo - Solidarietà a Ghassen ben Khalifa, giornalista e militante tunisino per la causa palestinese! Campagna congiunta Italia/Tunisia


Il regime da stato di polizia tunisino di Saied continua a perseguitare per mezzo di una montatura giudiziaria il militante politico e sociale e per la causa palestinese, il giornalista Ghassen ben Khalifa.

Già nell'estate del 2022, Ghassen era stato accusato di gestire una pagina facebook legato al radicalismo islamista e quindi accusato di terrorismo, tale accusa è apparsa subito come una palese montatura dato che Ghassen è notoriamente un militante della sinistra rivoluzionaria.

Per inciso si è trattato del primo caso di persecuzione giudiziaria verso un militante rivoluzionario dai tempi del regime di Ben Ali, neanche i governi della restaurazione post-rivolta, meglio noti con la formula fuorviante di "transizione democratica" (2011-2021), avevano perseguito militanti di sinistra.

Dopo cinque giorni di stato di fermo e una grande manifestazione di solidarietà a Tunisi in piena estate, Ghassen era stato infine scarcerato ma il procedimento giudiziario non veniva ancora archiviato.

Seguirono delle udienze in tribunale in cui il gestore reale della pagina incriminata ha dichiarato ogni volta di essere lui stesso il gestore della pagine e l'autore delle pubblicazioni e di non conoscere Ghassen.

Intanto si aggiunse anche l'accusa di "offesa altrui per mezzo di social media" e di "partecipazione ad un complotto terrorista" e di "condotta offensiva verso il presidente".

Il 14 marzo scorso il giudice di prima istanza del tribunale di Ben Arous (zona di Grande Tunisi) ha condannato Ghassen a 6 mesi di reclussione, non con effetto immediato in attesa di un'ulteriore udienza che prevede l'esame delle accuse più gravi per il prossimo 5 aprile.

Il nostro partito esprime sincera solidarietà al compagno Ghassen Ben Khalifa, denuncia il regime reazionario da stato di polizia di Saied sostenuto dall'imperialismo, compreso l'imperialismo italiano oggi rappresentato dal governo neo-fascista Meloni.

Proletari Comunisti/ PCm- Italia

Soccorso Rosso Proletario- Italia 16/03/2024

Riportiamo qui di seguito le traduzioni ufficiose di alcuni comunicati:

- Una prima dichiarazione di Ghassen Ben Khalifa per mezzo della sua pagina facebook:

Divario personale/politico/assurdo:

Per quanto riguarda la parte “morale” del caso ridicolo e inventato contro di me (accusandomi di essere un moderatore di una pagina “islamista” chiamata “Al-Burkan Al-Tunisi”), il tribunale

pc 18 marzo - Anan dal carcere di Terni: “La resistenza non è terrorismo


l 14 marzo si è svolto l’interrogatorio di garanzia di Anan Yaeesh nella Casa Circondariale di Terni. La prospettazione accusatoria accolta dal GIP del Tribunale dell’Aquila è relativa all’ organizzazione di un gruppo terroristico denominato “Brigata Tulkarem”, operante nella città di Tulkarem in Cisgiordania, gemmazione delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa.

Anan ha rilasciato una lunga e articolata dichiarazione spontanea pronunciando un j’accuse nei confronti del carattere squisitamente politico dell’indagine. In particolare, ha raccontato la condizione di oppressione e violenza subita dal popolo palestinese sottoposto al giogo militare israeliano nell’indifferenza della comunità internazionale. Ha raccontato la sua storia di giovane palestinese, l’uccisione della sua fidanzata ad opera dell’esercito israeliano mentre andavano a scuola, le mani sporche del sangue della ragazza, il tentato omicidio di cui è stato vittima nel 2006 ad opera di soldati

pc 18 marzo - Rete studentesca per la Palestina Napoli: “Basta bugie, basta complicità tra Italia ed Israele”

Condividiamo la presa di parola della Rete studentesca per la Palestina – Napoli sulla contestazione a Molinari e sulla canea mediatica che si è sviluppata in questi giorni.

Oggi abbiamo raccontato la nostra verità ai giornalisti e alle giornaliste che hanno voluto ascoltarci.

Una verità scomoda, perché da ieri le accuse sono state tante, diverse, a senso unico: noi saremmo gli antidemocratici, noi saremmo i fascisti e gli antisemiti.

Crediamo fermamente di non avere tolto a nessuno il diritto di parola: Maurizio Molinari è il direttore di la Repubblica, che tutti i giorni trova ampio spazio per omettere, tagliare e ricucire le informazioni e diffondere fake news sul genocidio in Palestina.

L’indisposizione all’ascolto e al dialogo sono state dimostrate da Molinari e Lorito, rettore della Federico II, che hanno deciso di non presentarsi all’iniziativa, nè di mostrarsi a noi per ascoltare le motivazioni del nostro dissenso.

Avremmo voluto sapere di più sulla mancanza di espressione, da parte di Maurizio Molinari rispetto alle dimissioni di Raffaele Oriani, giornalista de La Repubblica, che ha deciso di lasciare il giornale,

pc 18 marzo - Ancora e sempre Milano per la Palestina sabato scorso

 


"Sono morti oltre 12mila bambini a Gaza e stiamo valutando se considerarlo genocidio?", ha detto uno degli organizzatori al megafono, facendo riferimento a "qualche senatore o senatrice, senza fare nomi".
    Qualcuno, hanno detto, "ancora discute su questo concetto del genocidio. Se non credete e non sapete, perché non mandate una vostra commissione a Gaza a vedere cosa è rimasto? L'hanno rasa al suolo, anche le scuole, le università, le moschee, le chiese e gli ospedali".
    Nella piazza sono stati appesi diversi striscioni alle colonne e ai pali della luce, con scritte come "contro il colonialismo sionista" e "free Palestine, stop genocide".

pc 18 marzo - Milano Manifestazione per Dax: "Fascisti e polizia vi cacceremo via"


Milano ha ricordato con una manifestazione, sabato pomeriggio, Davide Cesare, detto Dax, attivista del centro sociale Orso che nel 2003 fu ucciso fuori da un pub a Milano da Federico, Mattia e Giorgio Morbi, fratelli e papà dalle simpatie di estrema destra. Per quella che fu ribattezzata la notte nera di Milano - al San Paolo, dove Dax morì, ci furono scontri tra antagonisti e forze dell'ordine - è stata organizzata una giornata dedicata al giovane, che ogni anno viene ricordato dai movimenti riuniti sotto la sigla "Dax resiste". 

In centinaia, tra attivisti dei centri sociali e sigle antagoniste, hanno partecipato al corteo. Il serpentone, come ogni anno, è passato da via Brioschi angolo Zamenhof (Porta Ticinese), dove il giovane era stato

domenica 17 marzo 2024

pc 17 marzo - Arundhati Roy sul genocidio a Gaza

Sul coraggio e la dignità dei palestinesi che “hanno ispirato il resto del mondo”

Il 7 marzo si è tenuto a New Dehli un meeting “Lavoratori uniti contro l’apartheid e il genocidio a Gaza” al quale la grande scrittrice Arundhati Roy ha inviato una sua presa di posizione che si conclude così: “I palestinesi, che si trovano ad affrontare i paesi più potenti del mondo, hanno sofferto in modo incommensurabile. Ma hanno vinto questa guerra. Hanno agito con coraggio e dignità che hanno ispirato il resto del mondo.”

https://www.commondreams.org/opinion/genocide-gaza-never-again

Qui di seguito alcuni passaggi del suo messaggio:

“I paesi più ricchi e potenti del mondo occidentale finanziano apertamente e lodano il genocidio commesso da “Israele” a Gaza.

La Striscia di Gaza si è trasformata in un campo di concentramento e coloro che non sono stati effettivamente uccisi stanno morendo di fame.

Sebbene la più alta Corte mondiale ritenga che quasi ogni indicatore sembri soddisfare la definizione legale di genocidio, i soldati dell’esercito israeliano continuano a pubblicare “video della vittoria” satirici in cui celebrano con rituali quasi satanici, e credono che non esista forza al mondo che possono ritenerli responsabili.

Il razzismo è ovviamente la pietra angolare di qualsiasi atto di genocidio. La retorica degli alti funzionari dello Stato israeliano ha portato alla disumanizzazione dei palestinesi e al loro confronto con gli insetti, proprio come i nazisti disumanizzarono gli ebrei.

Il nostro Primo Ministro [Modi] è un caro amico di Benjamin Netanyahu e non c’è dubbio sulla sua simpatia [per l’operato del governo genocida di Israele].

I palestinesi, che si trovano ad affrontare i paesi più potenti del mondo, hanno sofferto in modo incommensurabile. Ma hanno vinto questa guerra. Hanno agito con coraggio e dignità che hanno ispirato il resto del mondo.”

da pungolo rosso

pc 17 marzo - Sulle vicende che vedono Anan, Ali e Mansour in carcere - una corrispondenza con il loro avvocato

Da radio onda rossa

https://www.ondarossa.info/redazionali/2024/03/no-allestradizione-anan-ancora-carcere

Con l'avvocato Flavio Rossi Albertini approfondiamo la negazione dell'estradizione in Israele di Anan Yaeesh da parte della Corte d'Appelo di L'Aquila e il procedimento giudiziario che tiene lo tiene comunque in carcere e che ha dettato l'arresto di altri due ragazzi Palestinesi, Mansour Doghmosh in carcere a Rossano Calabro e Ali Saji Rabhi a Ferrara.

Per scrivergli:

  • Anan Yaeesh, casa circondariale di Terni - Strada delle Campore, 32, Terni CAP 05100
  • Mansour Doghmosh, casa circondariale di Rossano -  Contrada Ciminata, Rossano (CS) CAP 87064
  • Ali Saji Rabhi, casa circondariale di Ferrara - Via Arginone, 327, Ferrara CAP 44122

pc 17 marzo - F16 gli Stati imperialisti USA/NATO intensificano la guerra per procura dell'Ucraina di Zelensky, anticamera della partecipazione diretta nella marcia verso la guerra interimperialista mondiale

 una scheda

L’importanza degli aerei da guerra F-16 per l’Ucraina

Il governo ucraino li chiedeva da tempo ai paesi occidentali: secondo il New York Times da luglio potrebbero cominciare a essere usati nella guerra contro la Russia, con conseguenze rilevanti

di Davide Maria De Luca

Un F-16 in una base aerea danese durante una visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky (The Presidential Office of Ukraine via ansa)
Un F-16 in una base aerea danese durante una visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky (The Presidential Office of Ukraine via ansa)

Questa settimana il New York Times ha scritto che a partire da luglio l’aviazione dell’Ucraina potrebbe cominciare a utilizzare nella guerra contro la Russia i caccia F-16 forniti dai paesi occidentali. La notizia, ritenuta piuttosto affidabile, era molto attesa: il governo ucraino chiede aerei da guerra praticamente dall’inizio dell’invasione russa, e tra i vari paesi occidentali la possibilità di consegnare all’Ucraina gli F-16 è stata fonte di grosso dibattito.

Alla fine, a metà dell’anno scorso, gli Stati Uniti (che producono gli F-16) avevano acconsentito al loro invio in Ucraina, ma si era detto che prima che l’Ucraina potesse davvero utilizzarli sul campo di battaglia sarebbero dovuti passare mesi: sia per consentire la consegna fisica degli aerei all’aviazione ucraina sia per addestrare i piloti all’utilizzo dei nuovi mezzi. La notizia del New York Times è che i primi aerei dovrebbero essere operativi a luglio.

Il loro impiego potrebbe avere alcune conseguenze sulla guerra, anche se molto dipenderà dal numero di mezzi pronti e dal modo in cui saranno utilizzati.

Gli F-16
Progettati negli anni Settanta, prodotti negli anni Ottanta e da allora costantemente aggiornati, gli F-16

pc 17 marzo - Manifestazione contro la missione imperialista Aspides a Roma venerdì 22 marzo - adesione e sostegno di 'proletari comunisti'

Inviando una flotta militare nel Mar Rosso nel quadro della missione europea Aspides, l’Italia si trova coinvolta nella guerra in corso nel medio oriente e diviene complice del genocidio in Palestina.

Ancora una volta l’Italia si dimostra serva dello Stato di Israele, come abbiamo visto bene il 27 gennaio e come stiamo vedendo in questi giorni, oltre che con la missione navale, con gli arresti ai danni di attivisti palestinesi in seguito alla richiesta di estradizione di Anan Yaeesh avanzata dallo Stato sionista.

Se la popolazione non è pienamente consapevole, Governo e Parlamento italiano ne sono totalmente responsabili, avendo votato a favore di questa nuova avventura militare che schiera l’Italia e l’Europa a fianco degli israeliani sionisti.

I comandi militari italiani hanno colto l’occasione che aspettavano da tempo per intervenire militarmente in quello che definiscono il “Mediterraneo allargato”, una concezione che comprende, oltre alle coste mediterranee, anche il Mar Nero (dove oggi infuria la guerra in Ucraina), il Mar Rosso e il Golfo Persico (dove si avvertono le conseguenze della guerra in Medio Oriente e del genocidio dei