mercoledì 24 maggio 2017

pc 24 maggio - Pisa. Sgombero della casa delle donne Mala Servanen Jin

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La struttura del Comune, in stato di abbandono da anni, era stata occupata l'8 marzo scorso da un gruppo di donne della città.
Alle prime luci dell'alba decine di di polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa hanno tentato di fare irruzione alla casa delle donne che combattono la Mala Servanen Jin, occupata l'8 marzo da un gruppo di donne pisane.
~ore 15.30~ Dopo lo sgombero i presenti sono partiti in corteo verso il Comune di Pisa, proprietario dello stabile e mandante del violento sgombero di oggi. Per le ore 17 è convocata un'assemblea pubblica a Piazza XX settembre. SE TOCCANO UNA TOCCANO TUTTE!
~ore 12.30~ Gli studenti dell'alberghiero sono sequestrati dentro la scuola e non vengono fatti uscire. La polizia occupa il cortile dell'istituto. Nel frattempo sono state rilasciate due compagne che si trovavano dentro l'occupazione, due donne sono in ospedale per le ferite riportate durante la carica
~ore 11.20~ Gli studenti di un istituto alberghiero di fianco all'occupazione cercano di uscire in solidarietà, ma il dirigente scolastico ordina la chiusura delle porte. Gli studenti riesco ad aprirle e aprono anche un cancello che separa la scuola dall'occupazione. A questo punto la polizia carica per un centinaio di metri donne e studenti. Nessun fermo, però si contano diverse donne ferite in terra.
La struttura di proprietà del Comune era in stato di totale abbandono, lasciata letteralmente marcire dalle autorità ed è stata con fatica rimessa in piedi dalle attiviste che avevano deciso di investire gli spazi per farne un centro delle donne per le donne: "Vogliamo, come donne, costruire insieme questo luogo, rinominandolo 'Mala Servanen Jin Occupata' che in lingua curda significa 'Casa delle Donne che combattono', per richiamare le lotte di emancipazione e autodeterminazione delle combattenti curde che si oppongono allo stato islamico e alle sue barbarie, dando vita a una nuova società" avevano spiegato dopo l'occupazione "Una casa dove noi donne vogliamo dare vita ad uno spazio collettivo dove ridefinire noi stesse, le nostre vite, difendere e riconquistare la nostra dignità. Uno spazio che sia anche una casa per le donne in emergenza abitativa”. Dopo i lavori di ristrutturazioni messi in piedi dalle occupanti la casa è già diventata un centro per il quartiere con una sala studio e uno sportello per le donne in emergenza abitativa, sotto sfratto o senza lavoro magari con figli a carico.
Stamattina alcuni vicini hanno avvertito le attiviste dell'arrivo di un vero e proprio esercito in quartiere per sgomberare lo spazio e riconsegnarla all'incuria. Mentre scriviamo, quattro donne si trovano ancora dentro lo stabile decise a resistere mentre la polizia è riuscita ad entrare nel giardino. Qui una testimonianza di una delle resistenti all'interno della struttura. Le solidali e i solidali accorsi sono stati caricati dalle forze dell'ordine – spintoni e manganellate con una signora ferita ad una mano – e hanno poi dato luogo a un blocco del traffico

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