mercoledì 13 dicembre 2017

pc 13 dicembre - Sono davvero 18 milioni gli italiani in gravi difficoltà economiche? Grasso si atteggia a nuovo "difensore" dei poveri...

È questa la domanda che si fa l’agenzia di stampa AGI che riprende una affermazione di Pietro Grasso per controllarne la veridicità attraverso la sua rubrica che si chiama “fact checking”, “controllo dei fatti”.
Certo, questo controllo è un po’ a modo proprio dell’Agenzia, ma nella sostanza è costretta alla fine a dire “sì, è vero”, fra povertà e “rischio di esclusione sociale” arriviamo a queste cifre, dice, con una “precisazione”. Ed è una risposta anche alle sempre ottimistiche affermazioni di Gentiloni.
Vediamo:
“Ospite di Fabio Fazio lo scorso 10 dicembre, il presidente del Senato e leader della neonata coalizione di sinistra “Liberi e Eguali” Pietro Grasso ha dichiarato in due diverse occasioni (min. 11.43 e min. 17.48) che ‘in Italia ci sono 18 milioni di persone a rischio povertà. È un’affermazione sostanzialmente corretta, con una precisazione.”
E l’AGI dà inizio all’analisi dei dati utilizzando quelli forniti dall’Istat, che si guarda bene dall’usare il criterio scientifico delle CLASSI SOCIALI in cui è divisa questa società, per cui i settori colpiti da questa povertà rimangono indistinti, per esempio, come in questo caso, si usa la definizione di “famiglie” e non di proletariato.

Davanti a questi numeri la “neonata coalizione” di Grasso non può fare assolutamente niente, benché faccia l’occhiolino elettorale alle masse popolari parlando di povertà. Si tratta dell’ennesimo tentativo di legittimare la borghesia con le sue istituzioni moderno fasciste. E in questo senso si tratta di “Liberi” di continuare a provare a ingannare le masse e “Uguali” agli altri.
La povertà in Italia


“Nell’ultimo rapporto Istat ‘Condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie’, pubblicato
proprio pochi giorni fa - il 6 dicembre - e riferito all’anno scorso, si legge: “Nel 2016 si stima che il 30,0% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale, registrando un peggioramento rispetto all’anno precedente quando tale quota era pari al 28,7%.
“Il totale dei residenti in Italia era, al primo gennaio 2017, di 60 milioni e 590 mila persone circa. Il 30% è dunque di 18 milioni e 177 mila persone.

“Il numero non si riferisce però solo alle persone a rischio povertà, ma anche a quelle che rientrano in una categoria più ampia e definita come “a rischio di esclusione sociale”.
“La definizione di “persone a rischio povertà o esclusione sociale” è stata adottata nell’ambito della Strategia Europa 2020, il programma dell’UE per la crescita e l’occupazione per il decennio in corso.”

E queste definizioni sociologiche sono date dall’Unione Europea! E servirebbero ad attuare programmi per far diminuire la povertà e l’esclusione sociale!! Gli stessi che con le loro politiche causano povertà ed esclusione!!! Siamo all’ipocrisia infinita dei rappresentanti del capitale.

“Con tale definizione, continua l’AGI, ci si riferisce a persone che trovano in almeno una delle seguenti condizioni: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro.
“Secondo il citato rapporto Istat, nel 2016 ‘aumentano sia l’incidenza di individui a rischio di povertà (20,6%, dal 19,9%) sia la quota di quanti vivono in famiglie gravemente deprivate (12,1% da 11,5%), così come quella delle persone che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa [“bella” definizione che sta al posto di precarietà assoluta, ndr] (12,8%, da 11,7%). Gli insiemi sono in parte sovrapposti.” Per cui alla fine la “precisazione” sarebbe la seguente:

Le persone a rischio povertà, in senso stretto, sono dunque il 20,6%, non il 30%. In numeri assoluti significa che non si tratta di 18 milioni di individui, ma di 12 milioni e 480 mila persone circa.”
Dopo aver parlato del contesto in cui si inquadrano questi dati, contesto diripresa economica ma di aumento delle diseguaglianze e del rischio di povertà ed esclusione sociale” si arriva alle conclusioni. Naturalmente, come abbiamo più volte detto, la “ripresa economica di cui parla la borghesia e che la stampa riprende senza vero “controllo dei fatti”, è solo un lento e leggero recupero rispetto alla profonda crisi in corso.

Le conclusioni, dunque: “Al di là della forma, per cui Grasso è impreciso a parlare di 18 milioni di persone a rischio povertà quando in realtà queste sono meno di 12,5 milioni, la sostanza di quanto è affermato dal presidente del Senato è corretto. Nel 2016 in Italia le persone in gravi difficoltà economiche, siano esse a rischio di povertà o di esclusione sociale, sono infatti più di 18 milioni, il 30% della popolazione.”

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