giovedì 19 aprile 2018

pc 19 aprile - Sicilia, Stato e mafia: continuano le puntate del "partito del voto di scambio", arrestato un altro deputato regionale

Appare evidente che i voti al centro destra e SALVINI sono voti mafiosi - E'  inaccettabile
che proprio a questo schieramento e all'avvocatessa legata a Berlusconi, piazzata a presidente della Repubblica, venga dato da Mattarella l'incarico per il governo:
Casellati eletta nel quadro di accordo centro destra-M5stelle, mostra inoltre che il rinnovamento e l'anticorruzione promessa da Di Maio è aria fritta.
Serve ora smascherare tra le masse l'effettivo esito del risultato elettorale e mobilitarle politicamente e socialmente

proletari comunisti/PCm Italia
aprile 2018
Caso Gennuso, il tariffario del clan di Avola: "Cinquanta euro a voto. Ne abbiamo 500
Le carte che hanno porta
to ai domiciliari il deputato regionale: "L'unico che può fare tutto è Pippo"
“L’unico che può fare tutto quello che… è Pippo Gennuso”. Massimo Rubino, grande amico di Francesco Giamblanco, cognato del boss di Avolta Michele Crapula, non aveva dubbi. Alle Regionali 2017 bisognava votare Pippo Gennuso. Giamblanco aderì subito alla proposta: “Vedi che noi lo votiamo”. Anche perché si diceva che Gennuso avesse messo in campo tante risorse per la campagna elettorale. “Stanno uscendo con le valigie a soldi”, diceva ancora Rubino, non sospettando che nella stanza era stata piazzata una microspia dai carabinieri del nucleo Investigativo di Siracusa. Intercettazioni che hanno portato ai domiciliari Gennuso.

Giambalvo era entusiasta del progetto. I voti non sono mai mancati alla famiglia Crapula, la famiglia di mafia più importante di Avola. “Abbiamo 400-500 voti, ma li abbiamo con i fatti”. Però precisava: “I soldi ci vogliono”. E Rubino si offriva di andare a parlare con il politico, per chiudere l’affare.
Adesso, la procura di Catania diretta da Carmelo Zuccaro contesta il 416 ter a Gennuso e ai suoi referenti elettorali in Cosa nostra. Voto di scambio politico mafioso. Il tariffario della cosca prevedeva 50 euro a voto. “Trenta li spendi, venti li tieni”, così dicevano. E prevedevano di incassare 10 mila euro per 500 voti.
I carabinieri hanno registrato diverse telefonate fra Rubino e Gennuso. E anche incontri. Rubino, ufficialmente il coordinatore di un gruppo di ciclisti amatoriali, era attivissimo in campagna elettorale. Ma teneva contatti anche con gli emissari del clan. Ripeteva, a proposito di Gennuso: “Non si spaventa dei soldi, gli interessa che dieci gliene devi portare”.
Per la procura di Catania, le intercettazioni sono la prova dell’accordo elettorale stipulato da Pippo Gennuso con esponenti mafiosi. Il giornale on line La Spia.it di Paolo Borrometi aveva scritto chiaramente dei rapporti fra Rubino ed esponenti mafiosi, adesso sarà difficile per Gennuso dire che non sapeva da dove arrivavano i voti dei ciclisti di Avola.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/04/17/news/caso_gennuso_il_tariffario_del_clan_di_avola_cinquanta_euro_a_voto_ne_abbiamo_500_-194092319/

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